Patagonia: la nuova frontiera della sostenibilità
Il fondatore e miliardario della Patagonia Yvon Chouinard ha annunciato che cederà l’intera azienda a una società fiduciaria e senza scopo di lucro, progettata per destinare tutti i profitti dell’azienda alla lotta contro la crisi climatica. Il 98% delle azioni andrà a un’organizzazione no-profit per proteggere la biodiversità e sostenere la comunità.
Una scelta sicuramente inconsueta che si pone comunque in piena continuità con una strategia sostenibile che Patagonia dimostra ormai da decenni, destinando ogni anno l’1% del fatturato in organizzazioni ambientali.
“Non sapevo cosa fare con l’azienda perché non ho mai voluto un’azienda. Non volevo essere un uomo d’affari. Ora potrei morire domani sapendo che l’azienda continuerà a fare la cosa giusta per i prossimi cinquant’anni, senza bisogno che ci sia io.”
Yvon Chouinard
Lo spirito ambientalista di Yvon Chouinard
In una lettera indirizzata ai suoi 3.650 dipendenti, l’uomo che “non ha mai voluto essere un uomo d’affari” dichiara che “il nostro unico azionista è il nostro pianeta natale“. Il fondatore ambientalista ha immaginato un proprio modello, escludendo l’opzione di una vendita societaria o una quotazione in borsa.
iL FONDATORE ha dichiarato che “non avevamo la certezza che un nuovo proprietario avrebbe mantenuto i nostri valori o che avrebbe mantenuto il nostro team di persone in tutto il mondo”.
Yvon Chouinard è sempre stato un imprenditore atipico. L’alpinista filantropo con radici franco-canadesi ha sviluppato e perfezionato la sua etica ambientalista all’interno dell’azienda.
Il suo impegno ecologista si concretizza nel 2002 con la fondazione di 1% for the planet. Negli anni a seguire ha spiegato che:
“Lo scopo dell’iniziativa è di contribuire a finanziare diverse organizzazioni ambientaliste, in modo che collettivamente possano essere più efficaci nel risolvere i problemi del mondo.”
Yvon Chouinard
L’iniziativa ha suscitato scalpore, ma non è stata l’unica attuata dall’imprenditore statunitense. Ad esempio, fece scalpore l’appello di Chouinard nel 2011 alla vigilia del Black Friday: il fondatore incoraggia i suoi clienti a non acquistare nuovi prodotti ma a riutilizzare o riparare i vecchi.
Inoltre, nel 2016, Patagonia ha portato questa iniziativa a un livello superiore e si è impegnata a donare il 100% delle vendite, generate durante il Black Friday, alle organizzazioni ambientali, per un totale di 10 milioni di dollari.
Cosa ci insegna la storia di Patagonia
Se c’è una cosa che ci ha insegnato Chouinard, è che la crescita di un’azienda non dovrebbe mai essere misurata solo dal suo bilancio.
La mission dell’azienda è sempre stata quella di realizzare il prodotto migliore, senza causare danni inutili alla natura, sviluppando un business per ispirare e implementare soluzioni per la crisi ambientale.
La decisione di avere la natura come unico azionista (dichiarazione ufficiale al Washington Post), è l’ennesimo segnale della devozione di Chouinard per la tutela dell’ambiente e del suo irrefrenabile desiderio di surfare e scalare le più impervie montagne del Wyoming.
“Riteniamo che questa nuova struttura ispiri un nuovo modo di creare economia e che metta al primo posto le persone e il pianeta.”
Ryan Gellert (CEO di Patagonia)
La mossa insolita arriva in un momento di crescente crisi a livello mondiale. Nonostante tutto, sarà d’esempio per un nuovo modello di business?