5 anni di storie, sogni e speranze

Successi e fallimenti, soddisfazioni e delusioni… la storia di un’azienda è un po’ lo specchio della vita di ciascuno di noi: tutto cambia continuamente e dobbiamo adattarci di conseguenza a nuovi scenari, nuove esigenze, nuovi obiettivi.
Quando io e Matteo abbiamo fondato Musa Studio, le nostre necessità erano quelle di allontanarci dal nostro precedente lavoro, dalle persone che ci avevano deluso e dalle situazioni che non eravamo più disposti a tollerare.
Oggi ci ritroviamo con una realtà in crescita esponenziale: il lavoro e il numero di clienti si sono moltiplicati, così come i collaboratori e i partner che, ogni giorno, ci aiutano a fare ciò che sappiamo fare meglio, ovvero aiutare le persone a realizzare i loro sogni.
Ogni anno è stato migliore del precedente, in termini di crescita, e questo per noi è un segno oggettivo e inequivocabile che ci troviamo sulla strada giusta.
La crescita, tuttavia, non è mai parziale o selettiva: anche tutto il resto segue la scia. Ecco allora che, insieme alla crescita esponenziale di soddisfazioni e successi, crescono anche problemi, preoccupazioni e a volte delusioni.
Le scelte si fanno più difficili e sempre più cruciali per il futuro. Con il passare dei mesi, proprio come accade nelle vite di ciascuno di noi, ci sono persone che restano e persone che si allontanano, a causa di incomprensioni, per incongruenza di obiettivi o magari solo per il mutamento improvviso delle circostanze.
Mai come oggi le persone entrano ed escono dalla nostra vita così facilmente.
Gli anni della Pandemia hanno portato verso un’esasperazione di questa tendenza, d’altronde la situazione di profondo disagio provocata dal lockdown e dal distanziamento sociale ha causato, inevitabilmente, delle conseguenze a lungo termine. Questo perché, malgrado l’evoluzione delle nuove tecnologie, la vera difficoltà per gli esseri umani resta sempre la stessa: quella di riuscire a comunicare.
Oggi possiamo effettuare riunioni a chilometri di distanza, creare contenuti multimediali e condividerli sui Social, eppure la vera sfida resta sempre quella: ridurre il più possibile la distanza che esiste tra le persone. Non parlo di quella fisica: la filosofia che muove lo sviluppo del Metaverso e le nuove tecnologie stanno contribuendo ad azzerarla sempre più… la vera distanza tra le persone è nella capacità di intendersi.

Un bravo comunicatore non è solo colui che riesce a trasmettere correttamente il messaggio al suo interlocutore: un bravo comunicatore è colui che è in grado, prima, di comprendere il quadro interpretativo del suo interlocutore e, poi, di plasmare il suo messaggio di conseguenza, affinché riesca nell’obiettivo di trasmettere un concetto che abbia senso e significato per entrambi.
Questa è la nuova sfida professionale che ci troviamo di fronte oggi, ovvero quella di affrontare la doppia relatività del processo comunicativo (messaggio-destinatario); una prova di umiltà e coraggio perché spinge ciascuno di noi a scendere dal proprio piedistallo.
Non bastano anni di formazione, specializzazione ed esperienza in un settore se ciò che tenti di esprimere non può essere compreso, e non (solo) perché è stato espresso nel modo sbagliato, ma soprattutto perché non è stato compreso e nemmeno analizzato il quadro interpretativo del nostro interlocutore.
Mi piace immaginare che la nostra realtà , questa nostra piccola creatura che ogni giorno dimostra di essere più grande di quello che io e Matteo ci aspettavamo che fosse, possa contribuire a trasmettere e alimentare proprio questo: una cultura della comunicazione, nel rispetto dell’ascolto e della comprensione.
Perché ciò avvenga è necessario un lavoro continuo su noi stessi, dobbiamo imparare a migliorare nella comprensione del quadro interpretativo di clienti, collaboratori e partner.
Questo dunque il desiderio che vogliamo esprimere, un attimo prima di soffiare sulle cinque candeline: migliorare ancora, per noi stessi, per i nostri clienti e in generale per tutte quelle persone che ogni giorno rinnovano la loro fiducia in quello che facciamo.