Lilo & Stitch film 2025 e l’arte di costruire la propria identità

Lilo & Stitch film 2025 e l’arte di costruire identità: il parallelismo perfetto con la comunicazione secondo Musa Studio.
Lilo & Stitch film 2025 e l’arte di costruire la propria identità è molto più di un remake Disney: è una riflessione sincera su cosa significhi scegliere, ogni giorno, di appartenere a qualcuno o a qualcosa. E per chi lavora in una realtà come Musa Studio, fatta di relazioni, comunicazione e identità da costruire, questo film ci parla con un’intimità sorprendente.
Lilo & Stitch film 2025 sta sbancando il box-office, confermandosi come una delle uscite più attese dell’anno. La regia è affidata a Dean Fleischer Camp, e Stitch prende vita grazie a una CGI fotorealistica che promette di farci affezionare ancora di più a quel piccolo alieno pasticcione che non ha mai chiesto di atterrare sulla Terra, ma che una volta lì ha imparato cosa significhi appartenere a una famiglia.
E forse è proprio qui che il parallelo con il nostro lavoro si fa più interessante. Perché anche noi, ogni giorno, incrociamo progetti che sembrano piombare dal cielo senza avviso, clienti che all’inizio non parlano la nostra lingua, realtà che ci appaiono quasi aliene. Eppure scegliamo di accoglierle, comprenderle, raccontarle. Come ha fatto Lilo con Stitch.
La differenza tra rumore e identità
Nel film, Stitch inizia come un essere distruttivo, progettato per il caos. Non parla, non si spiega, non ha forma né funzione comprensibili. È puro rumore. Lo stesso accade, spesso, con la comunicazione digitale: troppi brand parlano ma non dicono nulla. Pubblicano, ma non costruiscono un’identità.
Lilo, con la sua ostinata dolcezza, riesce a vedere oltre quel rumore. E lo fa grazie a una cosa che anche in agenzia chiamiamo tutti i giorni per nome: ascolto. È solo ascoltando davvero che una voce si distingue. È solo guardando con attenzione che un’idea caotica può trasformarsi in una storia potente. Stitch non smette di distruggere perché qualcuno glielo ordina. Lo fa perché scopre che essere capito è meglio che essere forte.
E allora mi chiedo: quante volte anche noi ci siamo trovati davanti a un cliente disorientato, incerto, magari mal posizionato? Quante volte abbiamo visto l’urgenza dietro l’incomprensione? In quanti loghi stonati, siti arruffati o post urlati si nascondeva solo il desiderio di dire “io esisto, ma non so ancora come”?
’Ohana vuol dire famiglia. E famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato.
Chiunque abbia visto il cartone originale conosce questa frase. È il cuore del film. Ma in questa versione live-action, sembra acquistare un peso nuovo, più adulto. ‘Ohana non è solo legame, è scelta. Stitch non “capita” in una famiglia: ci entra a forza di errori, di incomprensioni, di trasformazioni.
È lo stesso percorso che ogni marchio deve fare per diventare riconoscibile. La propria identità non si eredita, si costruisce. E spesso si costruisce sbagliando, cambiando, sbattendo contro i limiti.
In un’agenzia come Musa, crediamo profondamente che il percorso conti quanto l’obiettivo. Lilo ci ricorda che non basta “essere buoni” per entrare a far parte di qualcosa. Bisogna volerlo. E volerlo davvero. Bisogna decidere di raccontarsi, anche quando si è pieni di graffi e difetti. Bisogna farsi riconoscere, nonostante i propri errori.
Non sei definito da come sei nato, ma da cosa scegli di essere
C’è una scena, nel trailer del film, che mi ha colpito più di tutte. Stitch osserva il mare, immobile. È un attimo di silenzio in una storia frenetica. Eppure dice tutto. È il momento in cui capisce che può cambiare. Che può essere qualcosa di diverso da ciò che è stato progettato per essere.
Nel mondo del marketing, siamo spesso ossessionati dai numeri: reach, conversioni, ROAS, benchmark. E dimentichiamo che il primo passo per una comunicazione efficace non è l’analisi, ma la scelta consapevole di cosa vogliamo diventare.
Ogni piano editoriale è una dichiarazione d’intenti; ogni naming è un atto di coraggio; ogni restyling è una rinascita. E ogni cliente che ci affida la sua comunicazione ci sta dicendo: “non so ancora chi sono, aiutami a scoprirlo”.
Stitch non è perfetto. E neanche noi lo siamo
Questo film, più del cartone, ci restituisce un Stitch reale. Più goffo, più fisico, persino più inquietante all’inizio. Ma anche più vero. Perché oggi non abbiamo bisogno di personaggi levigati. Abbiamo bisogno di storie imperfette che risuonino con la nostra imperfezione.
Il mondo dei social ci spinge a mostrare solo il lato bello. Ma i progetti migliori, quelli che durano, nascono dalle crepe. Dai limiti. Dai fallimenti. Stitch è disastroso, eppure è amato. Perché si mostra. Si mette in gioco. Cade e si rialza.
E se c’è una cosa che come Musa cerchiamo di fare, è proprio questa: trasformare i difetti in tratti distintivi. Aiutare i brand a non nascondere, ma a raccontare. A non fingere, ma a spiegare. A non sembrare, ma a essere.
La comunicazione è l’adozione di un alieno
Pensaci. Tutta la comunicazione non è altro che questo: prendere qualcosa di estraneo, sconosciuto, incomprensibile… e fare in modo che venga accolto, capito e voluto.
Stitch non si adatta al mondo. È il mondo che, lentamente, si adatta a lui. Lilo crea un contesto in cui Stitch può fiorire. E noi facciamo lo stesso con ogni messaggio che creiamo. Costruiamo contesti. Spazi. Toni. Voci. Perché ogni progetto, anche il più strano, abbia una casa.
Comunicare è un atto di accoglienza
Lilo & Stitch film 2025 ci ricorda che comunicare è molto più che parlare. È accogliere l’altro per quello che è, non per come vorremmo che fosse. È scegliere ogni giorno di fare spazio, di ascoltare, di riformulare. Di dare identità a ciò che, all’inizio, sembra solo un rumore.
Per noi di Musa Studio, questo film non è solo un ritorno all’infanzia. È un manifesto. È la conferma che ogni creatura – per quanto aliena, complessa o irregolare – può diventare qualcosa di bello. Basta che qualcuno creda in lei.
E noi, nei progetti difficili, nelle sfide comunicative e nei clienti più caotici, vogliamo continuare a essere quella Lilo.