Le idee straordinarie sono le più semplici


Cosa c’è dietro al genio creativo degli artisti più famosi nel loro campo? Perché le loro azioni sono così geniali ma apparentemente semplici ai nostri occhi, tanto da farci dire “Avrei potuto farlo anch’io”?
Mi riferisco alle melodie di Morricone, ai colpi di tacco di Zidane, alla visione futuristica di Elon Musk, e potrei andare avanti per ore…
A mio avviso è importante evidenziare due fattori così distanti ma allo stesso tempo complementari: lo studio e l’intuito.
Attraverso lo studio, la costanza, la ripetizione di un esercizio il nostro corpo si permette di spingersi oltre i propri limiti per visitare nuovi mondi via via da esplorare: in questo terreno sconosciuto ci sentiamo smarriti, rinnovati e qui l’intuizione artistica ha la meglio per guidarci e raccogliere un nuovo bottino esperienziale.
Citando un violinista famoso:
“Se non studio un giorno, me ne accorgo. Se non studio per due giorni, se ne accorge anche il mio pubblico”.
Bill Evans, uno tra i più noti pianisti jazz internazionali, ci racconta quanto sia importante per l’apprendimento valutare con cura tutti gli strati di un problema, altrimenti otterremo una superficiale visione dello stesso e una soluzione inadatta o parzialmente inefficace.
Nel video qui in basso Bill Evans spiega proprio questo: potete ascoltare tre diverse improvvisazioni eseguite sulla stessa armonia del celebre brano “How about you”.
Riuscite a percepire la differenza?