Bella prof!, l’ora di religione… con 70.000 studenti
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La sua pagina Facebook Bella prof! è una community di oltre 70.000 persone, il suo canale YouTube ha oltre 21.000 iscritti e alcuni dei suoi video hanno registrato visualizzazioni da capogiro… non tenendo conto del fatto che trattano argomenti piuttosto impegnativi quali “Perché vale la pena essere Cristiani secondo Pascal” o “La Chiesa è contro Halloween?”.
Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di averlo come ospite nel nostro studio, ne abbiamo approfittato per conoscerlo meglio e per raccontare la sua storia.
Gianmario abbiamo notato che nei tuoi video non porti mai il colletto ecclesiastico. Come mai questa scelta?
Perché se lo mettessi durante i miei video molte persone mi darebbero addosso a prescindere da ciò che dico, giudicandomi solo in base al ruolo che rivesto… altri mi eleggerebbero come fenomeno, e non è questo il mio obiettivo.
E qual è allora il tuo obiettivo?
Voglio aiutare la gente a riflettere. In realtà rifletto anche io… mentre faccio riflettere. Voglio costruire relazioni con le persone e per farlo ritengo sia importante utilizzare anche gli strumenti che internet ci mette a disposizione.
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Il tuo stile di comunicazione è semplice e confidenziale.
Per essere un buon comunicatore devi riuscire a trasmettere te stesso. Faccio sempre molta attenzione alle persone che mi seguono, cerco di non urtare la loro suscettibilità. Un po’ come accade per il missionario: sei tu che entri nel loro mondo… devi saper comunicare con te stesso, prima di riuscire a comunicare con gli altri.
La sensazione che abbiamo guardando i tuoi video è che, anche se sei un professore, non sali semplicemente in cattedra a spiegare la lezione…
Un buon insegnante non è quello che ti dice come stanno le cose, ma colui che ti introduce in un mondo dove tu stesso puoi scoprire cose.
Un buon insegnante deve essere liberante, deve fornire gli strumenti.
Ho avuto la fortuna di frequentare diversi ambienti che mi hanno aperto la mente… ogni contesto è a sé, segue delle regole proprie e l’adattamento avviene anche – e soprattutto – nella comunicazione.
Siamo molto curiosi di saperne di più su questi ambienti che hanno aperto la tua mente e che ti hanno portato a una visione così innovativa del ruolo di insegnante…
Sono diventato prete nel 1987. Per tanti anni sono stato viceparroco, poi ho iniziato a insegnare. Negli anni ‘90 sono entrato nel mondo del cinema e della tv, prima come consulente per Ettore Bernabei, poi come sceneggiatore freelance: ho seguito molte produzioni come Lux Vide per Le storie della Bibbia.
Sono un esploratore di mondi. Ho lavorato sul set, in sala montaggio, ho imparato a conoscere il meraviglioso mondo del cinema. Mi sono avvicinato al teatro, ho adattato i testi per il musical La Divina Commedia portata a teatro con le musiche di Marco Frisina.
Non hai il timore che qualcuno possa fraintendere il tuo ruolo e attribuire la tua presenza sui Social a puro egocentrismo?
Quando ero ragazzino vedevo i bambini sul palco… e volevo salirci anche io. Non ci vedo niente di male nell’esibirsi. Forse un po’ di vanità aiuta… La voglia di mostrarsi, di non stare dietro le quinte, non è solo egocentrismo: nasce quando dentro si crede davvero di avere qualcosa da esprimere.
Oggi YouTube, insieme a tanti altri strumenti, ti offre un mezzo per farlo con facilità.
Come decidi gli argomenti da trattare? Cerchi di accontentare il tuo pubblico oppure segui una tua agenda personale?
All’inizio ho cercato di coinvolgere le persone, poi ho smesso di inseguire questa cosa. Capisco quelli che lo fanno per professione: hanno bisogno di accontentare l’utente. Bisogna saper trovare il compromesso tra ciò che piace a te e ciò che può accontentare gli altri… questo premia nel lungo periodo… ci vuole tempo.
Molti Creator di contenuti – su YouTube, Facebook, Instagram… – inseguono quella famosa “soglia critica”, quella che, a un certo punto, fa precipitare le cose in senso positivo: aumento automatico dei follower, post che diventano virali… a te quando è successo?
Ho aperto la pagina Bella Prof 4 anni fa. A un certo punto la cosa è esplosa, i numeri su Facebook sono cresciuti esponenzialmente.
Ho fatto un video sulla memoria, sui tempi del liceo… e persone che avevano milioni di follower hanno condiviso il mio post.
A quel punto i numeri sono iniziati a crescere in automatico, hanno iniziato a riconoscermi per strada.
La cosa mi ha spaventato, non ero sicuro di volere questo…
Forse non era quello che volevi ma oggi i tuoi numeri parlano chiaro. La tua strategia sui Social è vincente. Te la senti di dare qualche consiglio di web marketing per chi vuole farne una professione?
I Social sono un’estensione di ciò che abbiamo dentro, nel mio caso è stata semplicemente un’evoluzione della mia figura di insegnante.
Il vero indicatore di successo, secondo me, non sono né i follower né le visualizzazioni ma l’indice di monetizzazione di Google: quello è l’indicatore che consiglio di tenere d’occhio. Nel senso che è la prova che l’algoritmo dà valore al tempo che le persone dedicano a seguire i contenuti. L’attenzione, su internet, è la cosa più preziosa che c’è. Nel mio caso, vedo che l’indice CPM sale perché aumenta la durata media delle visualizzazioni. Il web oggi più che mai – in un regime di alta concorrenza – premia la qualità. Contenuti informativi, che durano nel tempo.
Progetti per il futuro?
Vorrei continuare questa panoramica sui grandi filosofi e teologi, non restare solo sulla Sacra Scrittura, ma interessarmi anche ai dialoghi sulle grandi questioni.
La mia altra grande passione è la Divina Commedia… stiamo realizzando dei documentari su Dante, mi piacerebbe farci una serie tv o un libro su aspetti che nessuno ha mai considerato.
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